mercoledì 23 dicembre 2009

domenica 20 dicembre 2009

Leggere il futuro

Il mio editoriale per OV12.

Nel corso dell'edizione di Lucca Comics and Games da poco conclusa ho avuto modo di assistere ad un’interessante conferenza sulle modalità di fruizione del fumetto in formato digitale.
I tempi sembrano non essere ancora maturi per un definitivo abbandono del cartaceo, soprattutto perché i lettori attualmente in commercio (dal prezzo ancora abbastanza elevato) supportano solo il bianco e nero e non riescono a garantire, nel caso di fumetti che non siano espressamente concepiti in digitale, una soddisfacente visione d'insieme della tavola, rendendo difficile apprezzarne la costruzione complessiva che è parte integrante del messaggio che l'autore intende veicolare. Tuttavia e' realistico preventivare il successo dell' operazione, se non sul breve almeno sul medio periodo, ed occorre avvicinarsi a questo nuovo universo senza pregiudizi: quello del passaggio su supporto digitale è un orizzonte futuro, più che futuribile, all'approssimarsi del quale è bene non farsi trovare impreparati.
Per chi volesse approfondire l’argomento (e non solo) consiglio il blog di
Roberto Recchioni, un autore sempre molto attento alle nuove tecnologie e alle possibilità espressive del fumetto.


lunedì 12 ottobre 2009

Nuovimondi


Una mia storia breve per i disegni di Fabio Ramacci, intitolata "L'arte della guerra", è stata selezionata per far parte del volume Nuovimondi, in uscita a Novembre per i tipi della Double Shot in collaborazione con Alien Press.

L'albo sarà disponibile a Lucca Comics e poi in fumetteria o tramite il sito internet dell'editore.

Ecco il comunicato ufficiale:

NuoviMondi! è lo spazio dove autori affermati accompagnano per mano chi ancora non lo è. In questo volume troverete le migliori storie con argomento “gli alieni” arrivate alla redazione AlienPress in seguito alla loro campagna di reclutamento, e i contributi speciali di: Lorenzo Bartoli, Lelio Bonaccorso, Diego Cajelli, Davide Decubellis, Carmine Di Giandomenico, Davide Pascutti, Giorgio Pontrelli, Roberto Recchioni, Marco Rizzo. Tutto il ricavato del volume sarà devoluto in beneficenza.

Brossura 80 pagine, B/N, 6 euro.

mercoledì 23 settembre 2009

Giochiamo?

Quando si partecipa ad un gioco bisogna accettare le regole e credere alla serietà di quello che si sta facendo, se non si vuole ricadere nella categoria del baro o, peggio ancora, del guastafeste che Huizinga individuava in un saggio del ’35.
La natura del gioco è tale che esso continua ad esistere anche in assenza di giocatori, i quali di volta in volta potranno riattivarlo ma non reinventarlo (a meno di non tradirlo, trasformandolo in qualcosa di diverso).
Come ci ricorda Jopili nel suo articolo per OV 9, questa situazione si ritrova tale e quale in narrativa (tanto meglio se si tratta di narrativa seriale, fortemente basata su tutta una serie di richiami e rimandi che contribuiscono a darle robustezza e carattere), dando luogo a un risultato superiore alla somma delle parti, cioè qualcosa che una volta staccatosi dall’autore inizierà a vivere di vita propria, dettando le regole al suo stesso creatore. Il potere della Continuity è proprio questo: imporsi, per il solo fatto di esistere, come condizione necessaria perché il gioco possa essere giocato.
E niente è così maledettamente serio come un gioco.

venerdì 11 settembre 2009

Il Paese è iperreale


Da oggi è possibile scaricare in FREE DOWNLOAD "Il Paese è iperreale", la compilation di artisti indipendenti promossa da RADIO DELLA RISERVA INDIANA e SUBTERRA NETLABEL. La copertina del disco è opera di Umi Del Mare.

Ecco la presentazione del progetto:

"Iperreale è l'illusione che diviene più reale del reale. Sotto ancora, vive e brulica un mondo ben più vasto che intorno al concetto di copyleft ha cominciato a connettersi e a sperimentare esperienze radicalmente nuove di produzione e condivisione della conoscenza. Se "indipendente" ha ancora un significato, potrebbe averlo solo qui. Questa compilation esiste per promuovere questo mondo. Ascoltate la musica di questi artisti e se vi piace scaricatela, diffondetela liberamente e comprate i loro dischi."

giovedì 10 settembre 2009

Omniverso 10


Questa volta si tratta di un numero speciale, in cui ho stilato un indice analitico (spero il più esauriente possibile) di tutti gli argomenti trattati finora.
Dategli un'occhiata.
Come sempre potete leggerlo sul sito Panini Comics (qui) oppure sfogliarlo online sul sito Blue-Area (qui).

venerdì 14 agosto 2009

Omniverso 8 e 9


I nuovi numeri del digitalmagazine sono disponibili sul sito Panini Comics (qui) e su Blue-area.net nel formato sfogliabile online (qui).

Il numero 10 sarà un numero speciale, con l'indice analitico relativo ai numeri di OV usciti finora.

Buona lettura!

venerdì 26 giugno 2009

Pavo Cristatus


Riesumo l'etichetta "L'angolo dello spaccone" per segnalare che il sottoscritto, insieme alla rivista Omniverso, è citato nel numero 511 dell'Uomo Ragno, in edicola in questi giorni.
Mi pavoneggio ancora un pò, poi torno a scrivere.

sabato 20 giugno 2009

Omniverso n.6 e n.7


Classico appuntamento con l'uscita mensile di Omniverso.
Come sempre potete scaricarlo in formato pdf dal sito Panini Comics (qui).
Da questo mese la rivista registra una piccola ma piacevole rivoluzione: sarà disponibile anche in formato "sfogliabile online" su Blue-area (qui).
Buona lettura!

giovedì 2 aprile 2009

Balene bianche e altri classici



Sul sito Komix.it sono state caricate tutte le tavole dei partecipanti al contest per la pubblicazione sul numero 6 di Mono, edita dalla Tunuè.

Tra le altre, ne trovate anche una scritta da me, disegnata da Simone Michelini e inchiostrata da Stefano Sisti, con una rivisitazione di Moby Dick.

Buona visione.

mercoledì 1 aprile 2009

Omniverso 5

E' online il quinto numero di Omniverso, come sempre scaricabile in formato pdf dal sito Panini (qui) e in formato rar su Blue-Area.net (qui).
Il menu di questo mese comprende:

- I tentativi abortiti di rimodellare lo status-quo di importanti personaggi Marvel,

- Il nostro consueto approfondimento dei meccanismi della Continuity,

- La prima parte di un interessante excursus sulle apparizioni della redazione Marvel nei fumetti della Case delle Idee,

- Un saggio sui Terribili Quattro (protagonisti di uno dei prossimi Marvel Gold).

Vi segnalo anche il numero 27 di
Marvels' Chronicle, dove trovate un mio articolo scritto con lo pseudonimo di Francis Kaminski.

Buona lettura!

domenica 15 febbraio 2009

Omniverso n.4


E' finalmente online il quarto numero di Omniverso!
Come di consueto potete scaricarlo dal sito Panini in formato pdf (qui) e dal sito Blue-area.net in formato Rar (qui).
In questo numero:
-Continua il viaggio attraverso i meccanismi della Continuity (in particolare quella "Verticale")
-Tom De Falco: solo un bravo artigiano?
-Più le cose cambiano più rimangono le stesse: tentativi di cambiare lo status quo di personaggi Marvel ormai rodati e relativi dietrofront
-I mostri di Kirby: Tor
- Una conversazione con Max Brighel!
Che aspettate? Correte a leggere!

giovedì 29 gennaio 2009

Nero


TAVOLA 1

1/2: Esterno. Notte. Campo lungo sulla skyline di una metropoli ricca di grattacieli. Sta nevicando fittamente. Nota. La città non deve apparire come una città contemporanea e nemmeno come una città legata chiaramente al passato: mi piacerebbe che fosse composta da un mix di elementi appartenenti al nostro tempo e suggestioni anni '50, in modo da non consentire al lettore di orientarsi per quanto riguarda la collocazione temporale della nostra storia. Anche l'aspetto dei personaggi e il loro abbigliamento deve riflettere questa ambiguità.

DIDA: Anche sotto la neve, la mia città brucia.

3: Vignetta allungata in verticale, fino al bordo inferiore della tavola. Inquadratura leggermente dall'alto in basso e di tre-quarti del nostro protagonista. E' un uomo di circa trentacinque anni ed è una sorta di summa di tutti gli eroi e antieroi del noir: mmagino il suo aspetto simile a quello di Bruce Willis, barba leggermente incolta, capelli che iniziano a diradarsi, sguardo sempre un po' stanco. L'idea è quella di presentare non UN eroe noir, ma quasi l'ARCHETIPO dell'eroe noir. L'uomo, che indossa un lungo cappotto col bavero alzato, sta guardando pensieroso la neve che scende lentamente.

DIDA: E io brucio per lei.

Le vignette 4 e 5 occupano lo spazio restante della tavola, una sull'altra.
4: Inquadriamo da lontano il nostro eroe, di spalle, mentre cammina stretto nel suo cappotto per le strade innevate. Alla sua destra vediamo l'ingresso di un vicolo poco rassicurante, sporco e buio.

DIDA: Per le sue strade sporche.

5: Stringiamo la nostra inquadratura e concentriamoci sul volto dell'eroe. Si è voltato bruscamente alla sua destra, in direzione del vicolo. Il suo volto è contratto in una smorfia di rabbia e risolutezza: ha visto o sentito qualcosa!

TAVOLA 2

In questa tavola la vignetta principale è la 3/4, molto più grande rispetto alle altre.

1: Particolare della mano stretta a pugno di un uomo di colore. L'uomo indossa una pelliccia grigia, al polso porta una paio di enormi bracciali d'oro: la mano gronda sangue.

2: Altro particolare. Vediamo le gambe di una donna accasciata a terra. La sua gonna è leggermente scostata: indossa calze, reggicalze e scarpe con il tacco alto. In terra, sulla neve sporca, e sulle sue gambe vediamo alcune gocce di sangue.

3/4: Vignettona che ci presenta la scena per intero. Siamo nello stretto vicolo verso cui si è voltato il nostro eroe nella tavola precedente. Raggomilata in terra c'è una ragazza giovanissima e molto bella: i suoi capelli neri tagliati fin sopra le spalle sono arruffati, il trucco è sfatto, in particolare intorno agli occhi. Ha portato il dorso della mano alla bocca e sta asciugando il sangue che gli esce da una ferita alle labbra, mescolandosi al pesante rossetto. La ragazza è una prostituta. Nota. Mi piacerebbe che fosse disegnata con un aspetto che ricordi le prostitute degli anni '50 (si potrebbe prendere come riferimento visivo il film Black Dahlia di Brian De Palma). L'uomo davanti a lei è enorme: un colossale pappone nero, completamente calvo. Indossa una pelliccia grigia, ninnoli d'oro un po' dappertutto, una grossa collana al collo. Nota. In questo caso, visivamente, ci si può rifare a quella specie di gangster neri che si vedono in molti film o nei video hip-hop. In questo modo si può raggiungere lo scopo di portare il lettore ad una sorta di corto circuito temporale, ambientando la storia in un'epoca non ben definita.Il nostro pappone si sta carezzando le nocche insanguinate della mano, probabilmente pronto a sferrare altri colpi contro la ragazza: i suoi occhi sono di ghiaccio e fissano rabbiosi la giovane donna. In terra, tra la neve sporca, alcune banconote.

DIDA: Per i suoi figli ingrati.

5/6: Vignetta allungata e stretta. Inquadriamo il muro in mattoni del vicolo, dove scorgiamo manifesti strappati e graffiti. Sul muro si allungano deformate e grottesche le ombre del pappone e della ragazza: l'uomo ha alzato il braccio sopra la sua testa, sta per colpirla di nuovo.

TAVOLA 3

1/2: Vignetta orizzontale. Vediamo la mano alzata del pappone, pronta ad abbassarsi sulla povera ragazza. La mano del nostro eroe, però, la blocca a mezz'aria.

3: Allarghiamo leggermente e vediamo il nostro eroe colpire con un destro allo stomaco il colossale pappone in pelliccia. L'eroe è risoluto e sicuro di sé come solo gli eroi senza macchia sanno essere. Il pappa accusa il colpo.

4: Stringiamo di nuovo l'inquadratura, questa volta sul volto dell'uomo di colore. Sta ricevendo un potentissimo sinistro dal nostro eroe: uno schizzo di sangue e un dente partono dalla sua bocca aperta.

5: Vignetta allungata in verticale fino al bordo inferiore della tavola. Il restante spazio è occupato dalle vignette 6, 7 e 8 allineate in verticale una sull'altra nel rimanente spazio della tavola.Inquadriamo il nostro eroe a figura intera. Il pappone è ai suoi piedi, cerca faticosamente e dolorosamente di rialzarsi: un filo di bava e sangue si allunga dalla sua bocca fino quasi a toccare il terreno. Il nostro eroe ha ormai il controllo della situazione: gli ha appoggiato un piede tra capo e collo e lo tiene sottomesso mentre sfila da sotto il cappotto una pistola.

6/7/8 accostate in verticale una sull'altra, nel rimanente spazio della tavola.

6: Particolare delle mani del nostro eroe che caricano la pistola.
EFFETTO SONORO: CH-CLACK!

7: Vediamo la mano dell'uomo che allunga la pistola davanti a sé. Timidamente, la prostituta allunga la sua per prendere l'arma.

8: L'arma è passata dalla mano dell'uomo a quella ancora un po' incerta della ragazza.

DIDA: Perchè possa rialzarsi.

TAVOLA 4

1/2: Allarghiamo e inquadriamo per intero le figure dei tre protagonisti. Ora la ragazza si è alzata, ma si regge in piedi a fatica, a causa delle botte prese dal suo protettore: ha in mano la pistola, la vediamo mentre la solleva leggermente. I suoi vestiti sono sporchi, l’aspetto è tremendo, ma è chiaro come il sole che quella è una ragazza bellissima.Davanti a lei vediamo il nostro eroe: ha la schiena dritta, lo sguardo serio e fiero. Il suo piede continua a tenere sottomesso il pappone sanguinante e, ora, anche molto intimorito.La neve continua a scendere.

DIDA: La mia città è come questa ragazza.

3: Primo Piano della ragazza. Ha i capelli scompigliati, il trucco attorno agli occhi sciolto dalle lacrime, il rossetto completamente sbaffato e una ferita al labbro che le fa scendere un rivolo di sangue sul mento. E' bellissima e sensuale: allo stesso tempo una ragazzina ed una donna, pura e diabolica.

DIDA: E' cresciuta troppo in fretta.

4: Stacchiamo su una panoramica della città immersa nella notte e nella neve. L'accostamento di questa vignetta alla precedente deve sottolineare il paragone tra la ragazza e la città.

DIDA: Ha perso la sua innocenza.

5/6: Vignetta orizzontale e stretta. Primissimo Piano della canna della pistola che fa fuoco.

DIDA: Ma forse può ancora scegliere.

EFFETTO SONORO: BLAM

7/8: Vignetta strettissima, completamente nera.

TAVOLA 5

Tavola composta da tre vignette verticali.

1: Vignetta più grande delle altre due che compongono la tavola.Inquadriamo la ragazza con la pistola fumante in mano. Accanto a lei c'è il suo pappone, vivo e vegeto. Lei si è appoggiata a lui, sul suo petto. La mole enorme del protettore sembra avvolgerla e ripararla dalla neve: i due sembrano quasi formare una figura unica. La ragazza ha alzato leggermente la testa e punta gli occhi verso l'alto, verso il volto dell'uomo. Il pappone, invece, ha leggermente abbassato la testa e sta dando un bacio sulla fronte della prostituta. Tutto intorno, la neve.

DIDA: La mia città è una puttana bellissima.

PAPPONE: Ti amo, Cherry.

2: Inquadratura dall'alto, abbastanza ravvicinata, del nostro eroe: è caduto di pancia nella neve e vediamo le sue spalle e la sua testa, girata di lato. Dalla sua bocca esce del sangue, che si allunga sul terreno innevato.
DIDA: Mentre mi sciolgo nel bianco...

3: L'inquadratura dall'alto si allontana, e vediamo il nostro eroe lasciato a morire da solo nel vicolo. Il suo sangue (dalla bocca e da sotto la pancia) si allunga sul bianco del terreno. La neve continua a cadere dall'alto.

DIDA: ... sento battere forte il suo cuore NERO.

Nota. La parola NERO deve essere messa in evidenza nella didascalia, scrivendola in neretto e magari anche un po' più grande delle altre parole. Così avrà anche la funzione di titolo della storia.

L'illustrazione è di Simone Michelini, tratta dalle matite delle tavole che avete appena letto.

giovedì 22 gennaio 2009

Memorie di una Calibro 9


Cos’è la velocità?
Se chiedete ad un qualsiasi libro di fisica vi dirà che corrisponde alla variazione della posizione di una particella, riferita al tempo in cui la variazione si compie. In altre parole al rapporto tra la distanza percorsa ed il tempo impiegato a percorrerla.
Vi farà anche il grazioso esempio della lumaca l, che si trova nel punto x1 nell’istante t1 e viene trovata più tardi nel punto x2 nell’istante t2.
Ma non riuscirà mai a descrivere quello che la velocità è per me. Quello che la mia natura mi fa desiderare sempre e conoscere soltanto una volta.
Poesia pura.
Avviene tutto in un attimo: l’impatto del percussore sulla capsula dovuto all’abbattimento del cane dà vita ad una scintilla che incendia la mia anima di polvere da sparo, generando gas ad alta pressione che spingono il mio lucido ed elegante corpo metallico verso l’esterno.
Verso il Bersaglio.
Mentre il carrello viene spinto indietro dall’energia liberata e riportato in sede da una molla a prelevare una delle Altre, vinco con grazia l’attrito opposto dalla canna, lasciando che le sue rigature elicoidali imprimano alla mia massa un moto rotatorio lungo l’asse longitudinale.
E’ in questo momento che cessa di essere una questione di sola fisica e aerodinamica. E appare in tutta la sua evidenza l’esaltante semplicità della mia esistenza.
Sono nata per colmare la distanza tra il punto x1 ed il punto x2, e solo il Bersaglio può fermare la mia corsa. Non importa chi sia.
Un muro sbrecciato.
Un barattolo arrugginito.
Una tintinnante bottiglia di vetro.
Molle, calda carne.
Un altro Bersaglio, improvvisamente frapposto tra me e il Bersaglio originario.
Lo stesso cervello che ha ordinato alla mano di premere il grilletto.
Una volta lanciata lungo la mia parabola conta solo piegare lo spazio e il tempo attorno al mio corpo affusolato. Ammaliarli. Lusingarli. Sedurli con riflessi concavi sulla mia fredda pelle.
Velocità è compimento, esaurimento.
E correre.
Rincorrere.
Finché di me non resti che un’eco confusa nell’aria.

giovedì 8 gennaio 2009

L'altra faccia della medaglia


Il mio editoriale per il numero 3 di Omniverso.

Lo scontro disperato: capita, prima o poi, ad ogni supereroe che si rispetti.
Risvegliarsi confuso e dolorante dopo una battaglia all’ultimo sangue con il proprio arcinemico e scoprire di essere legato con cavi d’acciaio… magari su un nastro trasportatore che si avvicina ad una minacciosa sega circolare.
Al villain di turno basterebbe aspettare per vedere compiersi quello che ha sempre desiderato.
E invece, a un attimo dalla fine, l’inaspettato: il cattivo ferma tutto.
E inizia a parlare. Si compiace della sua superiorità, racconta i dettagli del suo machiavellico piano, confida le sue frustrazioni.
Bastano pochi minuti: quel tanto da consentire all’eroe di far leva sull’anello debole della catena che lo tiene prigioniero.
In tempo per il gran finale, con il cattivo umiliato e malmenato.
Ovviamente, fermandosi un attimo prima di farsi male davvero.
Perché sanno di essere due facce della stessa medaglia. L’ombra e il corpo che la produce. Yin e Yang.
E questo assurdo e meraviglioso gioco ha bisogno di entrambi per continuare.

venerdì 2 gennaio 2009

A me gli occhi!


- Allora?
Mi guarda sornione, con lo sguardo dell’ultimo detentore di un segreto inconfessabile. Di quelli che se insisti un po’ spifferano tutto.
Io faccio la spola tra la sua faccia e le foto in bianco e nero che ha allungato sul tavolo del bar.
Le riconosco quasi subito.
- Mmm… Sono le foto scattate al cadavere di Che Guevara.
Lui, un sorriso da faina.
- Questo lo sanno tutti. Ma c’è un particolare anomalo.
Ci penso su una manciata di secondi.
- Gli occhi?
- Esatto!
Pam. Pugno sul tavolo. Il suo caffè è scosso da un’onda anomala. Il mio cappuccino regge pacioso il colpo.
- La foto di un cadavere con gli occhi aperti… Tienila a mente. E ora guarda questa.
Un’altra foto scivola su quelle del Che: una riproduzione della Gioconda.
- Adesso non venirmi a dire che…
- Certo, la notizia è destabilizzante e viene tenuta segreta, ma è proprio così! Altro che Lisa Gherardini moglie di Francesco Bartolomeo del Giocondo… Quel paraculo di Leonardo ha ritratto un cadavere! D’altronde è risaputo che andasse per morti in giro per gli ospedali...
Ecco perché è tanto affascinante… rappresenta la fine che faremo tutti.
La Gioconda…
E’.
La.
Morte.
E’…
- E’ la più grande cazzata che abbia mai sentito!
Scoppiamo a ridere. Lui raccatta le sue foto e ci salutiamo.
Se ne va nella direzione opposta alla mia.
Faccio qualche passo e mi fermo. Torno indietro. Entro di nuovo nel bar e vado dritto al telefono pubblico. Compongo il numero di un cellulare. Uno squillo. Poi, dall’altra parte, solo un respiro calmo. Anch’io rimango in silenzio per qualche secondo. Poi riaggancio.
Avrei preferito non farlo. Ma è giusto così.
Poco più avanti, un uomo vestito di nero seduto ad un altro bar ha appena riappoggiato il cellulare sul tavolo quando vede passare il mio amico con il sorriso da faina.
Lo osserva camminare per un’altra decina di metri e imboccare una via secondaria.
L’uomo vestito di nero si alza, mette in tasca il cellulare, lascia una buona mancia accanto alla tazza di caffé ancora piena, inforca i suoi occhiali.
Neri.
E inizia a seguirlo.