sabato 20 dicembre 2008

Colonna sonora

Cento ne penso e una ne faccio.
Però scrivo. E ascolto i Calexico.
Per oggi va bene così.

giovedì 11 dicembre 2008

E tre!


La prima parte di un interessante saggio sui meccanismi della Continuity...
L'esordio di una nuova rubrica dedicata ai Villains Marvel...
Una riflessione sulla Sliding Timescale...
L'analisi della copertina dell'Uomo Ragno n.1 dell'Ed. Corno...
Questo il sommario del terzo numero di Omniverso, disponibile in formato pdf sul sito Panini (qui) e in formato rar su Blue-Area.net (qui).
Buona lettura!

domenica 16 novembre 2008

Omniverso n.2



Il secondo numero di Omniverso è online. Potete scaricarlo dal sito Panini (qui) e da Blue-Area.net (qui). In questo numero: la seconda parte dell'articolo su Mark Gruenwald, alcune riflessioni sul ciclo di Thor realizzato da Walt Simonson, un'analisi della gestione della Marvel da parte del duo Jemas/Quesada ed una scheda su uno dei celeberrimi mostri di Kirby: Sserpo! Buona lettura....

lunedì 3 novembre 2008

L'età dell'Oro



Il primo albo Marvel che ricordo distintamente è l’Uomo Ragno Star Comics n. 20, in cui il nostro tessiragnatele, aiutato da Cloak e Dagger se la vedeva con un Silvermane trasformato in una sorta di cyborg.
Quella storia, indipendentemente dalla sua qualità, mi ha segnato.
Qualche tempo fa, a più di un decennio dall’ultima lettura, ho ripreso in mano quell’albo ad una fiera del fumetto. Ricordavo perfettamente ogni passaggio, ogni pagina, ogni inquadratura.
La sensazione che ho provato va probabilmente moltiplicata per ogni appassionato di fumetti, in ogni angolo del mondo, con l’albo fatidico spostato indietro o avanti nel tempo secondo l’età del lettore.
E allora non posso che chiedermi anch’io, come ha fatto Giorgio Lavagna
[1], quali siano realmente gli Anni d’oro del fumetto supereroistico, giungendo alla sua stessa conclusione.
Al di là delle distinzioni tra Golden Age, Silver Age, Bronze Age e via dicendo, al di là dei pregi e difetti di ognuna, forse c’è una sola vera Età dell’Oro: quella del cuore, degli occhi e dell’immaginazione di chi legge in quel momento.


[1] Nelle note di Capitan America: Morte di un eroe, Marvel Italia, n. 3.

giovedì 9 ottobre 2008

Camera Oscura


1/2/3: In sequenza sulla stessa striscia.

1: Primo Piano di una ragazza mora, sulla trentina, in piedi di fronte alla porta di casa. E' leggermente voltata verso di noi e ci guarda sorridendo con un pizzico di malizia, sembra promettere qualcosa.

DIDA: Fermo immagine. Sei in piedi davanti alla porta. Ti volti leggermente verso di me e mi guardi sorridendo da sopra la spalla.

2: Vignetta scontornata. L'immagine è la stessa della vignetta precedente, soltanto inclinata. Ci accorgiamo che stiamo guardando una fotografia. Non solo: questa foto ha un angolo sollevato e arricciato. Deve dare l'impressione di essere attaccata al soffitto di una stanza ed essere sul punto di cadere.

DIDA: Un attimo prima che la passione esploda.

3: Ora vediamo un uomo poco più che trentenne. Ha il volto rivolto verso l'alto, verso il soffitto della stanza in cui si trova. L'uomo ha gli occhi chiusi. Ha il capo reclinato all'indietro. La foto si è appena staccata dal soffitto: è sospesa in aria e sta cadendo lentamente. Non scorgiamo nessun particolare della stanza: è un ambiente non ben definito.

DIDA: L'elettricità nell'aria prima di un temporale. Una goccia d'acqua, in bilico, che si gonfia e si nutre di sé stessa prima di arrendersi alla gravità.

4/5/6: Inquadratura leggermente rialzata della stanza. L'uomo ha ancora gli occhi chiusi, la testa reclinata all'indietro, le braccia leggermente aperte con i palmi delle mani rivolti verso l'alto. Attorno a lui, sospese in aria mentre cadono ci sono altre foto, immagini del passato. In quelle che riusciamo a vedere ci sono altri momenti della vita dell'uomo con la ragazza ritratta nella prima vignetta. In tutti i casi vediamo delle immagini in cui lei ci guarda, ammicca sorridendo in piena intesa con il suo uomo.
Davanti all'uomo c'è un letto d'ospedale. La donna delle foto giace in quel letto, coperta da un lenzuolo bianco fin quasi al collo. E' emaciata: ha perso molti chili rispetto a come la vediamo nelle foto. Scorgiamo il suo corpo al di sotto della coperta: è molto più nodoso e contorto rispetto al passato. Accanto al letto c'è un sostegno per le flebo, un tubicino parte dalla sacca e scompare sotto la coperta. Sulla testata del letto c'è un piccolo crocifisso. Dall'altro lato del letto rispetto alla flebo, vediamo un macchinario per monitorare il battito cardiaco e le funzioni vitali della donna.
Tutto attorno, niente. Non vediamo la porta della stanza, né altri letti. La stanza stessa sembra essere senza pareti o punti di riferimento. Anche il pavimento è totalmente bianco, sembra anzi che l'uomo, il letto e la strumentazione poggino sul vuoto. Tutto deve dare un senso di sospensione, di indefinito. Alcune foto hanno toccato il pavimento ed ora si trovano ai piedi dell'uomo. Non ne vediamo però sul letto. Volendo, per accentuare ancora di più il senso di vuoto e sospensione, anche questa vignetta può essere disegnata senza contorti definiti.

DIDA: E mentre cerco di indovinare il tuo corpo ancora una volta, prima che le lenzuola lo divorino, tutto mi appare chiaro.

7/8/9: In sequenza sulla stessa striscia.

7: Le foto sul pavimento, qualcuna è finita sopra ad un'altra, coprendone una parte. In queste immagini vediamo altri momenti in cui la passione tra i due è sul punto di esplodere, senza però mai mostrarla esplicitamente. In una, ad esempio, vediamo lei dall'alto in basso, come se fosse a cavalcioni dell'uomo sdraiato e questo l'avesse fotografata. In un'altra vediamo lei in abito elegante che sorride e guarda verso di noi, seduta al tavolo di un ristorante lussuoso. Un'altra ancora potrebbe essere l'immagine che abbiamo visto all'inizio della storia. Insomma, tutte scene che suggeriscono un' esplosione di passione di lì a poco.

DIDA: Saremo per sempre questo.

8: Primissimo Piano di un particolare del crocifisso che si trova sulla testata del letto. Più precisamente la mano di Cristo, aperta e contratta dal dolore, il chiodo piantato bene al centro, una goccia di sangue dipinto che stilla dalla ferita.

DIDA: Una goccia.

9: Primissimo Piano della flebo, in particolare del punto di raccordo tra la sacca ed il tubicino. All'interno del tubicino, scorgiamo chiaramente una goccia che si sta formando. Grande, ma ancora non abbastanza da staccarsi.

DIDA: Una goccia perennemente sul punto di cadere.

martedì 7 ottobre 2008



Finalmente Omniverso, rivista di studi sull'universo supereroistico, è online.
Menu molto ricco per questo primo numero: si va da alcune interessanti considerazioni sulla Continuity Marvel ad un’analisi sul ritorno della storica spalla di Capitan America, Bucky, con l’identità di Winter Soldier. Passando per Mark Gruenwald, vero e proprio nume tutelare di ogni true believer.
Potete scaricate gratuitamente la rivista dal sito Panini Comics (qui) o da Blue-area.net (qui).

Buona lettura!

mercoledì 24 settembre 2008

Genius Loci (communis)


Al primo temporale dopo Ferragosto finisce l’estate: ma va bene così, due gocce d’acqua fanno bene alla campagna.
Anche se non c’è più nessuno che lavora la terra. I giovani d’oggi sono viziati, non rispettano più gli anziani, vogliono tutto subito. Non ci sono più i giovani di una volta.
Prima c'era più solidarietà, si poteva uscire tranquilli la sera, potevi perfino lasciare la porta aperta. Ora, se caschi per terra nessuno ti raccoglie.
E lo stesso vale per la televisione: adesso è tutto falso, i comici sono volgari e i film belli li fanno solo di notte.
Per fortuna che c’è ancora Pippo Baudo: lui si che è un professionista.

giovedì 18 settembre 2008

Grow a Captain America - Terza Parte



Steve Rogers è qui, vivo e vegeto.

Oddio, non sembra troppo in forma.

domenica 14 settembre 2008

Grow a Captain America - Seconda Parte



Aggiornamento a qualche ora dall'inizio dell'esperimento.

Nessuna sostanziale variazione di dimensione.

Si è solo trasformato da un normale Capitan America in un Capitan America disegnato da Rob Liefeld.

Grow a Captain America - Prima Parte

Ondina mi ha portato dagli Stati Uniti questo piccolo Capitan America.




Non necessita di alcun siero del supersoldato: basta un pò d'acqua e in 72 ore aumenta di sei volte le sue dimensioni originarie.

Inizio l'esperimento.

P.S. Devo confessare che mi sono sentito un po' Teschio Rosso nell'abbandonare alle acque il corpo inerme di Cap...

giovedì 11 settembre 2008

Passioni


Sono online tutte le tavole del contest per il quinto numero della rivista MONO, edita dalla Tunué. Il tema proposto è la passione.
Ce n'è anche una scritta da me, disegnata da Simone Michelini e inchiostrata da Stefano Sisti. La trovate qui.
Buona lettura.

mercoledì 10 settembre 2008

Le cronache di Narnia



A Narni per chi era a caccia di un disegno c'era l'imbarazzo della scelta: Castellini, Burchielli, Carnevale, Lloyd...
Io non mi sono lasciato confondere e ho puntato a testa bassa Giacomo Bevilacqua: volevo tornare a tutti i costi a casa con un Panda. Giacomo è stato gentile e disponibile e ha fatto anche un disegno/biglietto d'auguri per Marina.
Ma chi l'ha detto che il Panda è una specie in estinzione? Io Domenica ne ho incrociati tanti: buon segno, la Pandamania prende piede.
A Francesco piace che a Panda piace che a Francesco piace Panda... piace!

giovedì 21 agosto 2008

Io sono quello senza baffi



Mister Nick Cave, dopo essere passato da queste parti qualche anno fa, è tornato in vacanza nel mio paesino. L'ho incontrato, abbiamo scambiato due chiacchiere e abbiamo fatto la foto di rito.

Il bello è che ora, quando ci incrociamo in giro, mi saluta.

Ora non mi resta che andare al bar e trovarci Tom Waits che mi offre da bere.

Poi posso morire contento.

sabato 16 agosto 2008

On the road


Aprire questo blog.
Contattare un disegnatore che presto si metterà al lavoro sulla sceneggiatura che ho postato.
Parlare con gli amici delle altre cose che sto scrivendo.
Tutti modi per incastrarmi.
Costringermi a scrivere.
Ancora di più, con applicazione e costanza.
Vincendo la pigrizia di un motore fermo da parecchi anni.
Un motore che, indipendentemente da dove mi porterà, è veramente piacevole sentire di nuovo scoppiettare sotto il culo.

mercoledì 23 luglio 2008

33 anime


Questa è la sceneggiatura con la quale sono arrivato secondo al Manziana Comics Contest.
Buona lettura.


TAVOLA I

1/2: Il protagonista, un ragazzo sulla trentina, avanza verso di noi mentre telefona con il cellulare. Ha una borsa sotto l’ascella e una gabbietta con un gatto nella mano libera. Sullo sfondo, un paesaggio di montagna, alti alberi, una chiesetta in lontananza persa in mezzo al verde. È estate.
DIDA: “Emma, ricordi la prima telefonata dopo la mia partenza? Abbiamo scherzato, come se tutto ciò che era successo fino a quel momento fosse stato solo un brutto sogno…”
LUI: Trentatré anime, compresa la mia e quella di Bucky...
LEI (al telefono): Ma chi te l'ha fatto fare, di andare a sbattere lassù per scrivere i tuoi fumettacci!

3: Il protagonista, fingendo di essere offeso, con un lieve sorriso.
LUI: E' arte sequenziale, bella...
LEI (al telefono): Si, che la maggior parte della gente legge sul cesso!

4: Ora lui sorride più apertamente.
LUI: Ascolta Emma, ascolta. Ti amo. Ti amo davvero. E te lo dico adesso perchè se è vero quello che mi hanno detto all'agenzia immobiliare quassù i cellulari non... #

5: Il display del cellulare. Sopra al simbolo del segnale nessuna barretta.

6: Il ragazzo guarda il telefono. Accanto a lui un cartello metallico mezzo arrugginito recita "BENVENUTI". Lungo una stradina lastricata, si snoda il piccolo borgo in cui è venuto ad abitare.
LUI: Ecco, appunto.


TAVOLA II

1: Stacco. Il nostro scrittore è seduto al tavolo da lavoro, sul quale vediamo qualche libro, dei fogli scritti a mano, un portatile aperto. Il ragazzo guarda sconsolato, quasi intimorito lo schermo.
DIDA: “Ti ho detto che ho ripreso a scrivere, che ho molte idee e il lavoro procede bene. Che avrei voglia di farmi raggiungere da te. Mentivo.”

2: Primo Piano della pagina bianca del programma di scrittura con cui sta lavorando.
DIDA: “Passo i giorni a fissare lo schermo del portatile, il cursore che lampeggia indolente in cima alla pagina bianca.”

3/4: Campo lungo sui boschi che circondano il paesino. Nessuna traccia d'uomo. L'immagine deve dare l'impressione di un mare verde che assedia il piccolo borgo.
DIDA: “Mi perdo nei boschi solo per ritrovare sempre la strada di casa prima che faccia buio...”

5: Stacco. Notte. Il ragazzo sdraiato supino sul letto. Suda. Ha gli occhi sbarrati. Sembra turbato, quasi spaventato da qualcosa.
DIDA: “E non è vero nemmeno che ho ripreso a dormire sereno.”

6: L'esterno della casetta in mattoni in cui lo scrittore abita. L'ingresso è al primo piano e si raggiunge tramite delle scale. E' notte fonda. Il buio è quasi totale: la scena è debolmente illuminata solo dalla luna. Le luci della casa sono tutte spente.
DIDA: “Tutte le notti mi sembra di sentire passi leggeri nell'altra stanza. Non ho il coraggio di alzarmi.”


TAVOLA III

1: Stacco. È mattina. Lo scrittore vaga quasi sperduto nella stanza dove lavora. Le braccia rilassate lungo il corpo. Lo sguardo stanco, segnato da profonde occhiaie. Sembra in preda ad un ossessione più grande di lui, quasi smanioso.
DIDA: “La mattina cerco prove della visita notturna. Un oggetto spostato. Un grumo di terra sul pavimento. Un comportamento strano di Bucky.”

2: Il gatto del protagonista, Bucky. Ci guarda dal basso verso l'alto, la testa leggermente inclinata di lato, quasi con fare interrogativo.
DIDA: “Ma lui è lì, tranquillo, e mi guarda curioso. E non c'è niente che non vada.”

3: Lo scrittore si lascia scivolare con la schiena contro il muro, fino a sedersi in terra. Porta le mani alla testa.
DIDA: “Non c'è niente che non vada.”

4: Stacco. Ora vediamo una ragazza sui venticinque anni. Ha i capelli rossi. Non è particolarmente bella e nonostante appaia leggermente trascurata ha comunque una forte carica erotica quasi involontaria. Indossa un vestito leggero con dei fiori disegnati.
DIDA: “Allora penso a lei...”

5-6: L'inquadratura si allarga a comprendere oltre alla ragazza, un uomo di poco più grande di lei, un ragazzotto biondo e robusto con una camicia a scacchi. Ed un bambino sui cinque anni, biondo.
DIDA: “Allo sguardo che mi ha negato la prima volta che l’ho vista.”


TAVOLA IV

1/2: Stacco. L'interno della casa dello scrittore. La ragazza delle vignette precedenti, poggiata al tavolo con le mani sul ripiano. Ha i capelli raccolti sulla nuca. Non sorride. Non ammicca. Deve dare l'idea di attrarre senza però farlo in maniera esplicita. E' penetrata nella casa dello scrittore mentre lui era fuori.
DIDA: “Al giorno in cui rientrando l’ho trovata in casa.”

3: Lo scrittore, ancora con le chiavi in mano. Una busta con della spesa nell'altra. E' confuso, non si aspettava di trovarla lì. E' la sua ossessione, da quando l'ha vista la prima volta... e questo aumenta il senso di spaesamento.
LUI: T-Tuo figlio?

4: Primo Piano del volto di lei. Non si scompone.
LEI: E' di là, che gioca con i tuoi libri.

5: Lui si porta vicinissimo a lei. La afferra con forza. Ha superato un limite. Non tornerà indietro. Gli occhi del protagonista sono fissi su quelli di lei, comunicano un senso di urgenza, un impulso prepotente e irrefrenabile. Le labbra dei due sono vicine, ma non si toccano. L'immagine deve dare un senso di tensione, che andrà intensificandosi nelle vignette successive. L'inquadratura coglie la scena di lato, in Piano Americano.
Effetto Sonoro: TUMP

6: L'inquadratura si sposta alle spalle dello scrittore, che copre quasi interamente la donna. Lei, forzata dalla sua urgenza, apre le gambe mentre lui si incunea tra di esse. Le mani di lui armeggiano con la chiusura dei pantaloni.
Effetto sonoro: TUMP


TAVOLA V

1/2: L'inquadratura è di nuovo laterale, in Piano Americano. Lei ha ceduto alla sua spinta, ha aperto ancora di più le gambe. Sul volto, la stessa espressione di distacco. Lui è perso dentro l'ossessione che lo sta consumando, che lo spinge selvaggiamente. Le labbra, anche se vicinissime, non si toccano. La tensione è altissima.
Effetto Sonoro: TUMP TUMP TUMP
DIDA: “Al suo respiro regolare.”

3/4: Inquadratura più ravvicinata, alle spalle del protagonista. Lei ha scostato la testa ed ora possiamo vederla. Ha i capelli leggermente scompigliati dalla foga di lui. Lo sguardo strano, quasi assente. Nessuna espressione di piacere. Lui invece è fuori di sé.
DIDA: “Al suo modo di darsi senza concedersi.”
Effetto Sonoro: TUMP TUMP

5/6: Stessa inquadratura. Controcampo. Ora vediamo la nuca di lei ed il volto dello scrittore. Piange disperato ma continua a prendere la donna, ancora più forte.
DIDA: “Al suo modo di non essere te.”
Effetto Sonoro: TUMP


TAVOLA VI

1: Stacco. Esterno, notte. La finestra della casa dello scrittore. All'interno le luci sono spente.
DIDA: “Quella notte non ho avuto nemmeno la benedizione del dormiveglia agitato che di solito mi culla.”

2: Zoom sulla finestra della casa, quasi per riuscire a scorgere qualcosa all'interno. Ma non riusciamo a vedere niente. E' come guardare dentro un pozzo nero.
DIDA: “Uno scricchiolio. Dei passi. Quasi che i miei visitatori notturni avessero deciso di essere meno discreti.”

3/4: Stacco. La stanza in cui lavora lo scrittore. Giorno. Tutto, come al solito, è in ordine. Non c'è traccia del gatto, però.
DIDA: “Il sole era già alto quando ho trovato la forza di alzarmi. Tutto era esattamente come lo avevo lasciato la sera prima. Ma Bucky non c'era più. Non l'ho più rivisto.”

5: Lo scrittore in piedi nella stanza. Le braccia rilassate lungo il corpo. Il capo reclinato. Le gambe molli. Sembra tenere su di sé un peso ormai quasi insopportabile.

6: Stessa identica inquadratura.
DIDA: “Mi sono sentito infinitamente stanco.”


TAVOLA VII

1/2: La piazzetta del paese su cui si affaccia la casa dello scrittore. Giorno. Il nostro protagonista attraversa l'inquadratura mentre alcuni anziani, seduti all'esterno di un piccolo bar lo seguono con lo sguardo.
DIDA: “Sono sceso in strada. Mi è sembrato che tutto ammutolisse, sospeso, per guardarmi passare. Ma non ne sono sicuro... ho vissuto questi giorni come attraverso un velo di febbre.”

3: Soggettiva del protagonista. Vediamo il bancone dell'armeria. Il proprietario, un uomo dal volto bonario, ci guarda sereno.
DIDA: “Sono entrato in armeria e sono rimasto in silenzio.”

4: Soggettiva del protagonista. Il proprietario dell'armeria spinge verso di noi un fucile poggiato sul bancone, senza dire una parola. Il contrasto tra la sua espressione rassicurante ed il gesto deve comunicare un senso di inquietudine, quasi a suggerire che l’uomo sapesse già che lo scrittore sarebbe venuto da lui.
DIDA: “Ho preso il fucile e sono uscito senza salutare.”

5: Stacco. Vediamo il protagonista, seduto al tavolo a cui lavora, mentre scrive la lettera che fino ad ora abbiamo letto nelle didascalie. Usa carta e penna, non vediamo il suo portatile. Sul tavolo è poggiato il fucile.
DIDA: “Ora mi aspetta paziente, mentre finisco di scrivere queste parole.”

6: Primissimo Piano della lettera che brucia, accartocciata. La carta inizia ad annerirsi, possiamo solo leggere qualche parola.
DIDA: “Che tu non leggerai.”


TAVOLA VIII

1: Le scale esterne della casa dello scrittore. Notte. Il protagonista scende con in mano il fucile.

2: Lo scrittore esce dal paese, incamminandosi in direzione dei boschi.

3/4: Ora vediamo lo scrittore fermarsi in una piccola radura circondata da alti alberi. La scena è illuminata dalla luna. Questa scena deve avere un forte carattere teatrale, come se quella radura fosse una sorta di palco illuminato da un occhio di bue.

5: Piano Americano dello scrittore, con in mano il fucile, che si guarda intorno. Il suo volto comunica un forte senso di stanchezza ed inquietudine. Gli occhi segnati da occhiaie, le labbra screpolate, come se fosse divorato da una sorta di stato febbrile. Il suo sguardo è spaesato.

6: L'inquadratura si sofferma su alcuni degli alberi che circondano la piccola radura. Sono immersi nelle ombre e colpiti solo da pallide lame di luce lunare. Oltre i tronchi degli alberi in Primo Piano, il buio è ancora più fitto.


TAVOLA IX

1: Il protagonista si inginocchia. Continua a guardare con gli occhi vuoti e persi verso il muro di alberi che lo circonda. Quasi come se avesse sentito qualcosa. Il fucile è poggiato in terra davanti a lui.

2: Inquadratura molto simile alla sesta della tavola precedente. Questa volta però dalle fitte ombre, quasi generate dal buio stesso, si staccano le figure di alcune persone. Non le conosciamo, ma tra queste vediamo il proprietario dell'armeria. Hanno tutti un'espressione "neutra", quasi fossero delle maschere e questo comunica un senso di inquietudine, di ambiguità. Ma non di aperta minaccia.

3: Ancora un'inquadratura degli alberi immersi nel buio. Dall’oscurità escono altre figure di donne e uomini. Riconosciamo tra queste la donna con cui lo scrittore ha avuto il rapporto sessuale. E' insieme al marito ed il figlio, che l'uomo tiene per mano. Anche il bambino ha l'espressione seria dei grandi.

4: L'inquadratura si allarga e si sposta leggermente verso l'alto. Vediamo lo scrittore inginocchiato, ha preso in mano il fucile. Gli abitanti del paese stanno formando attorno a lui un cerchio e continuano a guardarlo in silenzio. Alcuni stanno uscendo ancora dall’oscurità, aggiungendosi agli altri.

5: L'inquadratura si sposta ancora di più verso l'alto. Ora il cerchio composto da tutti gli abitanti del paesino (uomini, donne, anziani, qualche bambino tenuto per mano) è completo. Al di fuori della radura, del cerchio di persone e del confine degli alberi il buio è fittissimo. L’impressione teatrale della scena è ancora più accentuata.

6: Primo Piano dello scrittore. Il suo volto è immensamente triste. Ha la canna del fucile in bocca. Rivolge il suo sguardo perso e lacrimoso verso di noi.


TAVOLA X

NOTA: Questa tavola deve essere costruita in maniera leggermente diversa rispetto alle precedenti. Avremo quattro vignette lunghe, la cui altezza andrà progressivamente a diminuire.

1/2: Vignetta scontornata. Vediamo le silhouette degli alti alberi del bosco completamente nere su fondo bianco. Solo il bordo inferiore della vignetta è ben definito.
EFFETTO SONORO: BANG

3/4: Stessa inquadratura, sempre all’interno di una vignetta scontornata. Dagli alberi, spaventati dallo sparo, si alzano degli uccelli. Vediamo le loro silhouette che pian piano vanno a riempire lo spazio bianco.

5/6: Ancora una vignetta scontornata. Gli uccelli in volo in questa inquadratura hanno quasi riempito tutto lo spazio bianco.

7/8: Vignetta completamente nera.

giovedì 17 luglio 2008

A Panda piace...


La carta d'identità di Panda recita: Panda nasce a Gupi una fredda e piovosa sera di Maggio da madre Promessa e padre Photoshop. E' il risultato di eventi e casualità. E' stato fatto uscire con la forza da dentro Giacomo Bevilacqua.
Panda è anche figlio di un delicato equilibrio e di una fortunata alchimia: nelle strisce che lo vedono protagonista, infatti, convergono il mondo ingenuo e pieno di stupore dei bambini e raffinati giochi metafumettistici.
E poi, nonostante la sua innegabile dolcezza, Panda non ha l'aspetto rassicurante di Winnie The Pooh: c'è qualcosa, forse nel tratto leggermente "sporco" di Giacomo, che completa il peculiare cortocircuito di queste strisce.
Spero di vederlo presto pubblicato.
Ah, Panda lo trovate qui .
Fateci un salto. Merita davvero.

lunedì 14 luglio 2008

Sta arrivando...


OMNIVERSO, oltre ad essere il delirio di un gruppo di nerd talmente nerd da essere considerati tali anche dagli abituali frequentatori di forum fumettistici è, come dice il sottotitolo, una rivista di studi sull'universo supereroistico.
Niente rumors e news, quindi. Per quelle ci sono migliaia di siti e forum, aggiornati praticamente in tempo reale.
Il nostro obiettivo è stato fin dall'inizio quello di fornire articoli di analisi e approfondimento di particolari saghe o cicli di storie, dettagliate biografie di autori, strumenti utili alla comprensione dei meccanismi alla base di universi narrativi affascinanti e complessi come quello 616 della Marvel (in questo senso, proprio nel primo numero avremo un pezzo che analizza il concetto di Continuity, Retcon e Reboot).
Il primo numero di OMNIVERSO sarà presto disponibile gratuitamente sul sito http://www.blue-area.net/ .
Se volete proporvi come articolisti, contattatemi pure a questo indirizzo: omniverso@blue-area.net .

giovedì 26 giugno 2008

Prove tecniche di trasmissione


DRIIIN...DRIIIN
- Pronto?
- Francesco?
- Si, sono io...
- Ciao. Chiamo dalla Scuola Romana dei Fumetti... Vogliamo pubblicare i nomi dei vincitori del Manziana Comics Contest sulla rivista Scuola di Fumetto e ci chiedevamo se hai un tuo blog o un sito internet...
- Si, ti mando l'indirizzo per mail.

Ho bluffato. Al momento della telefonata non avevo nessun blog, anche se un paio di volte avevo pensato alla possibilità di aprirne uno.
Così ho fatto di necessità virtù. Qualche minuto, un paio di click ed ecco: ho un blog.
Ora devo riempirlo.
Presto posterò la sceneggiatura che ho scritto per il concorso di Manziana e qualche notizia su OMNIVERSO, fanzine elettronica di cui sono curatore e che presto vedrà la luce.
Poi... non so.
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